Michele Zizzari


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Sinossi delle opere

Uno spettacolo sciué sciué

Una sgangherata compagnia di teatro tenta di allestire uno spettacolo. Ma l'esasperato protagonismo di alcuni attori, l'appiattimento sui luoghi comuni dettati dai modelli dello spettacolo generalista dei media (tivù in testa), l'incertezza del regista e la censura di chi manipola e controlla ogni forma d'espressione non portano a nessuna narrazione credibile. Ne viene fuori un'accozzaglia incoerente di frammenti e di suggestioni, ora animati da manie e dall'esibizionismo degli attori, ora dall'onnipresenza virulenta di personaggi e format televisivi, ora da una banale ovvietà. E anche chi potrebbe e dovrebbe avere il coraggio, la forza e le capacità di dare una soluzione narrativa più coerente non riesce a farlo. Tutto avviene in un marasma di contraddizioni interne e di condizionamenti esterni che vede da una parte il tentativo velleitario di alcuni attori di emanciparsi da una regia inconcludente e dall'altra il fallimento di un progetto che non riesce a convincere anche se cerca disperatamente di sottrarsi dall'ingerenza e dalla prepotenza del condizionamento economico, politico, culturale e mediatico. Il tentativo disperato di questa improbabile compagnia di realizzare comunque, "a soggetto" e direttamente sulla scena, uno spettacolo è metafora della condizione di estrema confusione valoriale e progettuale in cui si dibatte l'umanità contemporanea. Una fase storica caratterizzata dall'incapacità e dalla difficoltà di trovare nuovi orizzonti ideali e culturali, una visione condivisa dell'esperienza umana e modelli alternativi di organizzazione sociale. Una situazione di stallo e di smarrimento, nella quale né il progresso tecnologico, né la scienza, né l'arte, né la politica riescono a dare risposte adeguate e risolutive e dove una nuova consapevolezza, nuovi stili di vita e la libertà di espressione faticano a emergere, ingabbiati e sviliti sotto la pressione omologante di una cultura di basso profilo. Resta una sola speranza: l'imprevedibilità degli eventi e dei rivolgimenti che l'esistenza riserva per tutti… e una clava.




Uno spettacolo sciué sciué

Una sgangherata compagnia di teatro tenta di allestire uno spettacolo, ma il protagonismo di alcuni attori, i luoghi comuni dettati dai media e dalla pubblicità e l'incertezza del regista producono solo un'accozzaglia di frammenti animati dall'esibizionismo individuale, dall'onnipresenza dei soliti famosi della tivù e dalla banalità. E così tra contraddizioni e condizionamenti falliscono sia il tentativo velleitario degli attori di emanciparsi da una regia inconcludente sia il progetto poco convincente del regista, anche se cerca disperatamente di sottrarsi dall'ingerenza prepotente dei condizionamenti esterni. Uno spettacolo squinternato che è metafora della condizione di estrema confusione valoriale e progettuale in cui si dibatte l'umanità contemporanea, che attraversa una fase caratterizzata da un'enorme difficoltà a trovare nuovi orizzonti ideali e culturali e modelli alternativi di relazione umana e di organizzazione sociale. Una condizione di smarrimento nella quale né il progresso tecnologico, né la scienza, né l'arte, né la politica riescono a dare risposte adeguate e dove consapevolezza, nuovi stili di vita e libertà d'espressione faticano a emergere, ingabbiati e sviliti dalla pressione omologante di una cultura di basso profilo. Resta una sola speranza: l'imprevedibilità degli eventi e dei rivolgimenti che l'esistenza riserva per tutti... e una clava.




Uno spettacolo sciué sciué

Una sgangherata compagnia di teatro tenta di allestire uno spettacolo, ma il protagonismo degli attori, i luoghi comuni dettati dai media e dalla pubblicità e l'incertezza del regista producono solo un'accozzaglia di frammenti animati dall'esibizionismo, dall'onnipresenza dei refusi televisivi e dalla banalità. Uno spettacolo squinternato metafora della condizione di estrema confusione valoriale e progettuale in cui si dibatte l'umanità contemporanea. Uno smarrimento cui né la tecnica, né la scienza, né l'arte, né la politica riescono a dare risposta e dove consapevolezza, nuovi stili di vita e libertà d'espressione faticano a emergere, sviliti dalla pressione omologante di una cultura di basso profilo. Resta solo la speranza dell'imprevedibilità degli eventi… e una clava.






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