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"Dove fuggite alla vista di un uomo?"
Testi di Michele Zizzari e musiche dal vivo di Moussa Kienou.
"Dove fuggite alla vista di un uomo?" è uno spettacolo poetico musicale di teatro-
"Dove fuggite alla vista d’un uomo? Forse un nemico credete che sia?
[…] Ma questi è un povero naufrago, mandatoci in dono, e dobbiamo curarcene.
Vengon tutti da Zeus: ospiti, poveri e naufraghi; e un dono, è cosa preziosa."
Così recita, più o meno, il Canto VI dell’Odissea, che (già prima di Cristo, Buddha e Maometto) rifletteva sulla sacralità dell’ospitalità, dell’accoglienza, della solidarietà e del soccorso a chi è difficoltà: ospite, povero, ammalato, straniero o naufrago che sia. Una sacralità che non ha solo a che fare con la dimensione strettamente morale o religiosa, ma che riguarda i valori fondanti della coscienza umana in senso lato, dell’Ethos, dell’Humanitas e della Civiltà. Una disponibilità d’animo, di pensiero e di azione che è precondizione indispensabile di ogni sana relazione umana: tra individui, tra gruppi, tra comunità, tra popoli e culture.
Tanto più necessaria se consideriamo che siamo ormai parte di una sola comunità globale e multiculturale, sempre più dipendente da politiche sovranazionali e macro-
Viviamo una dimensione esistenziale, sociale, politica ed economica che implica una consapevolezza globale capace di vedere nell’altro da sé un dono, una fonte di ricchezza e un’opportunità, e non un competitore o un nemico da vincere o da respingere; una condizione nella quale risultano anacronistici il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza, il pregiudizio, la disuguaglianza e la negazione dei diritti.
Questioni che però ancora tormentano l’umanità e che continuano a minare le relazioni tra le persone, le culture e i popoli, producendo odio e conflitti. Il tema dell’emigrazione va quindi trattato per promuovere una cultura fondata sulla conoscenza e sul rispetto reciproci, sull’ascolto e sulla comprensione dei fenomeni umani e sociali, per contrastare la sottocultura della paura, del pregiudizio e della contrapposizione; e il Teatro è senz’altro uno degli strumenti più efficaci per farlo.