Storia del Dirigibile 2 - Michele Zizzari

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Storia del Dirigibile 2

Storia del Dirigibile

Storia del Dirigibile Parte Seconda

Temi importanti che riguardano molto da vicino il vissuto profondo e le vicissitudini esistenziali dei nostri attori, persone che soffrono di un disagio psichico e sociale spesso frutto di conflitti (psicologici, culturali e sociali appunto) irrisolti, e di un equilibrio difficile da trovare, proprio tra questi diversi aspetti che fanno parte alla stessa stregua della natura e dell’esperienza umana, e che dovremmo imparare a far convivere, dialogare e interagire, impiegandoli in sinergia, evitando di demonizzare ora l’uno ora l’altro, per il semplice fatto che siamo fatti e che abbiamo bisogno sia di sogni che di realtà, sia di follia che di ragione. Si trattava insomma di realizzare quasi un musical, che fosse anche teatro di prosa, utilizzando gl’illuminati testi e le musiche di Bennato. Ci abbiamo lavorato su tre mesi, utilizzando il progetto anche come laboratorio attorale di approfondimento. Strada facendo però ci siamo accorti che l’impresa non era facile, soprattutto per le nostre non straordinarie capacità canore, che non ci garantivano di poter tenere durante tutto lo spettacolo il tempo e il ritmo dovuto; e anche per l’età media del gruppo, non proprio giovanissima, che rendeva faticoso agli attori sia entrare disinvoltamente nei panni di possibili alter ego di Pinocchio, Wendy o Peter Pan e dei loro antagonisti Uncino o Mangiafuoco, sia la realizzazione di corografie sufficientemente efficaci.

Abbiamo allora deciso di mettere da parte questa idea, riservandoci però di poterla riprendere in mano in futuro, per tornare a Oracoli, un soggetto teatrale su cui avevamo già cominciato a lavorare e che si basa sul vissuto personale degli attori. Si tratta di un testo che Zizzari ha già trattato e portato in scena anni prima, al Festival Internazionale di Teatro Universitario di Benevento in una versione adattata per un laboratorio con studenti universitari di Forlì e in un’altro adattamento alla Sala Estense di Ferrara con pazienti psichiatrici del DSM di Portomaggiore.
Oracoli
è il tentativo di creare – attraverso frammenti narrativi e suggestioni surreali – una rete di collegamenti tra istinto e ragione; tra fantasia, sogno e realtà; tra desideri e circostanze concrete; tra la dimensione privata, soggettiva, individuale e quella pubblica, oggettiva, collettiva e perfino universale. Una rete come trama di un improbabile ponte di comunicazione tra le nostre origini, il presente che viviamo e quel che potrebbe essere il futuro. Dai rituali sciamanici, capaci di unire ed esortare intere comunità a danzare per la pioggia, fino all’esplosione delle singole narrazioni soggettive tipiche dell’urgenza individualistica contemporanea. Tutti hanno un proprio mondo dentro di sé, urgenze, speranze e preoccupazioni, aspirazioni ed esigenze legate alle esperienze vissute, al contesto e alle condizioni in cui si vive; e che si ha voglia di testimoniare, raccontare, comunicare e confidare agli altri.

Come gli antenati - di fronte all’altro da sé, alla morte e all’ignoto - invocavano la clemenza delle forze naturali, considerate come Dei responsabili delle sventure e della buona sorte, anche noi nutriamo buoni propositi e serie apprensioni, speranze e paure, desideri e disagi. C’è chi desidera essere lasciato in pace senza essere travolto dal progresso o da stili di vita imposti; chi non vuole essere schiacciato da maggioranze omologate; chi cerca amore; chi vuole sentirsi vivo e provare emozioni; chi vorrebbe viaggiare; chi vuole conquistare la propria indipendenza dalla famiglia, dal contesto o dal disagio psichico, fisico o sociale che vive; chi spera in un mondo migliore e che il cielo sia sempre più blu. Facce di un’umanità che si presenta come un insieme di aspettative e di storie, tutte alla ricerca di comprensione, di attenzione, di una prospettiva, di una platea. Ciò presuppone la disponibilità all’ascolto.
Spesso l’unico modo per vedere chiaro dentro di sé consiste proprio nel rivolgersi a chi sa ascoltare.


In Oracoli ad ascoltare e ad accogliere queste istanze individuali sono delle insolite Oracolo-Donna, una sorta di Sibille Cumane alla buona, veggenti di festa in piazza, che non temono però di tentare una scaltra lettura delle questioni che vengono rivolte loro, ri-considerate in una prospettiva più ampia, spesso ribaltata, che spiazza il punto di vista comune. Una lucida saggezza concede loro di vedere oltre il desiderio individuale. Le loro risposte sibilline - collocandosi al di là delle circostanze e delle aspettative soggettive - azzardano visioni profetiche e denunciano inadeguatezze, contraddizioni e ingiustizie.
La nuova versione di Oracoli
allestita dal Dirigibile va in scena a novembre al Teatro Kulturni Dom di Gorizia per l’edizione 2015 della Rassegna Internazionale di Teatro Sociale Altre Espressività e a dicembre al Teatro Comunale di Cesenatico.

In queste rappresentazioni debutta anche Roberta, un’infermiera del Reparto Psichiatrico dell’Ospedale Morgagni di Forlì, che - dopo aver assistito per anni i nostri attori come pazienti e seguito gli spettacoli della Compagnia - ha deciso di farne parte come attrice e di partecipare al laboratorio teatrale assieme a quelli che prima vedeva solo come persone che periodicamente venivano ricoverate nel reparto dove prestava servizio. Lei stessa rivela di essere stata affascinata dalla bravura espressiva degli attori, dal lavoro che hanno saputo compiere su stessi e dagli spettacoli. Un fatto che testimonia la straordinaria efficacia del Teatro come strumento di fascinazione, di conoscenza e di trasformazione, di socializzazione e di abbattimento del pregiudizio. Un’attività capace di ampliare e approfondire le relazioni tra le persone, l’interesse e la curiosità verso l’altro da sé, verso l’arte e le attività creative e di svelare la ricchezza che spesso si cela dentro ognuno di noi, dandoci l’opportunità di aprirsi agli altri e di elidere le barriere sociali, separazioni, paure e preconcetti.

Intanto attrici e attori del Dirigibile preparano insieme ai componenti del Tam Tam Group diretto dal maestro Paolo Ruocco (Gruppo musicale e percussioni formato da pazienti del DSM di Forlì che opera già da qualche anno e di cui alcuni attori della Compagnia fanno parte) un nuovo spettacolo di musica e poesia dal titolo Per una nuova consapevolezza: canzoni e parole per il cuore e per la mente, che viene presentato per la Settimana del Buon Vivere 2015 al Chiostro del Museo San Domenico di Forlì. Si tratta di un lavoro poetico-musicale che unisce canzoni (di Caparezza, Modena City Ramblers, Vecchioni, De André e altri riarrangiate dal maestro Ruocco) e testi poetici (di poeti nativi americani, Brecht, Prevért, Auden e altri rivisitati da Zizzari). Canzoni e testi ispirati proprio da quel nuovo sentire e da quella nuova consapevolezza che – in un epoca di crisi economiche e politiche, di profondi contrasti sociali, di emergenza ambientale e di drammatiche migrazioni causate da conflitti e miseria come quella che viviamo – speriamo si propaghi nel mondo come un canto... Abbiamo scelto di realizzarlo e di rappresentarlo per provare, nel nostro piccolo, di dare un contributo di sensibilità; per riproporre quei valori di solidarietà e di rispetto che possono da una parte garantire dignità, diritti, opportunità e pace a tutti, e dall’altra promuovere stili di vita e modelli di sviluppo sostenibili, per evitare il collasso irreversibile degli ecosistemi naturali e del clima che regolano e permettono la Vita sul nostro Pianeta, l’unico che abbiamo; e per ricordare che apparteniamo tutti a una sola famiglia, e cioè all’Umanità; e che siamo tutti figli della stessa Terra.

Il sedicesimo anno (2016). All’inizio del 2016 Il Dirigibile ricomincia a lavorare a una nuova edizione dell’opera Uno spettacolo sciuè sciuè, uno spettacolo molto divertente e coinvolgente realizzato un po’ di anni fa, che darà la possibilità ad attrici e attori che sono con noi solo da qualche anno o da mesi di aderire ancor meglio al Gruppo, di approfondire (proprio attraverso il divertimento) il lavoro che facciamo e di raggiungere un livello attorale più avanzato. Nel frattempo si porta in tournée sia Matto Gradimento (che va in scena al Teatro San Giuseppe di Faenza nell’ambito di un’iniziativa destinata agli studenti dell’Università degli Studi Infermieristici di Faenza sull’utilizzo del Teatro nel campo della Salute Mentale) che Oracoli, che viene rappresentato al Teatro Comunale del Drago di Gambettola.

Nel 2016 riprende anche il Progetto Un palcoscenico per tutti, momentaneamente interrotto nel corso del 2015. Si tratta della quinta edizione di un progetto promosso dal DSM di Forlì e che impegna studenti medi e pazienti psichiatrici in un laboratorio e in un’esperienza teatrale comuni. Questa volta i nostri attori lavorano con gli studenti del Liceo Scientifico Statale e dell’Istituto E. Ferrari di Cesenatico, coi quali si fonda una compagnia mista, la Compagnia dell’OltreBanco, che porta in scena al Teatro Comunale di Cesenatico una rivisitazione di Oracoli, spettacolo che gli studenti avevano avuto già modo di apprezzare come spettatori, essendo stati invitati ad assistervi nel dicembre 2015. L’esperienza ha un esito straordinario ed entusiasma così tanto preside, insegnanti, studenti e genitori, che la si vuole replicare anche per l’anno scolastico 2016-2017. Ma per quel periodo, sempre nell’ambito del Progetto Un palcoscenico per tutti, il Dipartimento di Salute Mentale di Forlì e il regista della Compagnia sono già impegnati in un laboratorio teatrale con gli studenti del Liceo Psicopedagogico e delle Scienze Umane di Forlimpopoli, che porta alla formazione della Compagnia Banco di Prova e che termina con una Prova Aperta che suscita un grande interesse.

Il laboratorio serve a preparare gli studenti di Forlimpopoli ad affrontare una nuova esperienza teatrale con gli attori del Dirigibile. L’esperienza parte nell’autunno del 2016 per realizzare una nuova versione di Trame Migranti (opera dedicata ai popoli migranti già rappresentata qualche anno prima con gli studenti del Liceo Scientifico di Forlì), che sarà portata in scena dagli studenti del Liceo Psicopedagogico di Forlimpopoli insieme agli attori del Dirigibile nel 2017 a fine anno scolastico col titolo di Vite senza permesso, titolo ispirato all’omonimo libro inchiesta della giornalista Manuela Foschi. L’opera invece è dedicata al regista senegalese Mandiaye Ndiaye deceduto nel 2014 e a Emmanuel Chidi Namdi, migrante nigeriano barbaramente ucciso a Fermo da due balordi razzisti italiani.  
Il DSM di Forlì però, per non scontentare le attese dell’Istituto d’Istruzione Superiore L. Da Vinci di Cesenatico, prova ad avviare un Progetto parallelo col DSM di Cesena, per fare in modo che alcuni pazienti del DSM di Cesena (sempre formati e diretti dal regista del Dirigibile
Michele Zizzari) possano prendere parte a un laboratorio teatrale con gli studenti di Cesenatico, che non attendono altro che rinnovare l’esperienza dell’anno precedente, risultata per loro tanto utile e importante sotto l’aspetto formativo, umano e teatrale. La cosa inoltre può essere utile anche per dare continuità a quella collaborazione tra Istituzioni Sanitarie e Scolastiche, studenti e pazienti psichiatrici così proficua e straordinaria, ed estenderla sul territorio, sempre nell’ottica di una più ampia azione di educazione, di socializzazione, di confronto, di sensibilizzazione e di contrasto all’emarginazione e al pregiudizio nei confronti del disagio psichico. Naturalmente anche questo laboratorio punta alla formazione di un Gruppo di Teatro misto, formato da studenti e pazienti, e alla realizzazione di una rappresentazione finale da presentare al pubblico, sia a Cesenatico (sede dell’Istituto Scolastico) che a Cesena, da cui provengono i pazienti-attori. Purtroppo però i dirigenti del DSM di Cesena non riescono a pianificare la cosa e ad aderire al Progetto.

Nel frattempo, nel corso dell’anno, Il Dirigibile porta in scena Oracoli Teatro Testori di Forlì per la 1a edizione dell’iniziativa Il Valore del Dono e del Volontariato promossa dal Comitato del Dono, formato dalle Associazioni di Volontariato dell’AssiProv di Forlì-Cesena come l’AIDO, l’AVIS e l’ANEO; al Drama Teatro di Modena per il Festival Màt e della Settimana della Salute 2016 di Modena e a Imola.
Inoltre gli attori del Dirigibile
, che sono anche musicisti del Gruppo Musicale Tram Tam Group (nato da qualche anno sempre in seno al Centro Diurno Psichiatrico di via Romagnoli, da quest’anno diretto dal musicista Vince Vallicelli) partecipa alla Settimana del Buon Vivere 2016 di Forlì con un nuovo spettacolo di musica e poesia dal titolo L’Armonia del Bene in Ritmo e Poesia che viene presentato alla Barcaccia del Museo San Domenico di Forlì.
È da sottolineare la capacità del Gruppo e di tutti i suoi attori
(attori e operatori compresi) di impegnarsi su più fronti, su più progetti e su più spettacoli, partecipando al costante e continuo lavoro di formazione attorale e contemporaneamente all’allestimento delle diverse messe in scena. Per non parlare della capacità del Gruppo nel suo insieme di accogliere i nuovi inserimenti e gli avvicendamenti che periodicamente vi sono.

A dicembre, come da consuetudine ormai consolidata in 14 anni di collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato di Cesenatico e l’Assi Prov di Forlì-Cesena, Il Dirigibile presenta al Teatro Comunale di Cesenatico l’anteprima di una nuova versione dell’opera Uno spettacolo sciuè sciuè, che riporta un grandissimo successo.

Il diciassettesimo anno (2017). Sin da gennaio la Compagnia è nel vivo dei lavori e impegnata su più fronti.
A febbraio infatti si riporta in scena Matto Gradimento
al Teatro San Giuseppe di Faenza, nell’ambito di un’iniziativa seminariale della Sede di Faenza dell’Università delle Scienze Infermieristiche di Bologna. Uno spettacolo che (seppur in chiave teatrale e con un bel po’ d’ironia) sviscera il complesso rapporto che il paziente psichiatrico ha col suo disagio, coi terapeuti, gli operatori e il Sevizio Sanitario. I docenti lo avevano già visto, richiesto e presentato agli studenti del precedente anno accademico. Ma per i suoi contenuti, per la forza, la profondità e la qualità con cui lo spettacolo li tratta, hanno voluto ripresentarlo per offrire anche agli studenti del nuovo anno un esempio concreto di come il Teatro possa rappresentare un efficace strumento di analisi, di comprensione, di svelamento, di confronto tra le parti, di sostegno e di intervento nel campo della riabilitazione psichiatrica, oltre che un potente mezzo di contrasto al pregiudizio. Contestualmente è stato anche ripresentato il film-documento Più leggeri dell’aria, realizzato dal regista bolognese Giuseppe Ferreri che racconta l’esperienza umana e teatrale della Compagnia, un film di straordinaria poesia e grande impatto emotivo. Con orgoglio abbiamo accolto il plauso emozionato di una nutritissima platea, oltre trecento tra studenti, docenti e operatori del settore, che hanno apprezzato lo spettacolo anche per la qualità formale della rappresentazione. Un dato questo che sorprende sempre lo spettatore che assiste agli spettacoli del Dirigibile, ma non più così tanto la Compagnia e il suo regista, che sin dall’inizio hanno sempre provato a fare un teatro di qualità, fondato sulla professionalità del lavoro laboratoriale e attorale e su una drammaturgia contemporanea coraggiosa, frutto di una costante ricerca e di impegno civile, ma rivolta a tutti, che non ha paura di trattare temi spinosi e complessi. Questa è una cifra distintiva del lavoro della Compagnia, del suo regista e di tutti gli spettacoli realizzati fin qui. Come di questa cifra sono gli altri spettacoli, come la nuova versione di Trame Migranti, che viene rappresentata in maggio col titolo Vite senza permesso al Teatro Testori di Forlì nell’ambito dell’edizione 2017 del Progetto Un palcoscenico per tutti (promosso, da anni dal DSM e dal Centro Diego Fabbri di Forlì) che quest’anno ha impegnato pazienti-attori del Dirigibile e studenti del Liceo Psicopedagogico e delle Scienze Umane di Forlimpopoli in un’esperienza teatrale cha ha portato alla formazione della Compagnia Banco di Prova e alla realizzazione dello spettacolo.

Vite senza permesso (il cui titolo è ispirato all’omonimo libro inchiesta della giornalista Manuela Foschi) è dedicato ai popoli migranti, e in particolare al regista senegalese e attore del Teatro delle Albe di Ravenna Mandiaye Ndiaye deceduto nel 2014 e a Emmanuel Chidi Namdi, migrante nigeriano barbaramente ucciso a Fermo nel 2016 da due balordi razzisti italiani. Tratta dei fenomeni migratori, delle cause che li determinano e che spingono popoli e individui ad abbandonare (spesso rischiando la vita) terre, case e famiglie; come guerre, sfruttamento economico, regimi dispotici e disastri ambientali che non si sono saputi scongiurare.
Narra delle disumane tragedie che poi questi esodi disperati producono nell’indifferenza quasi generale, anche a causa della scellerata gestione del fenomeno da parte di tutti i Paesi coinvolti e dell’Europa, che nonostante la globalizzazione sembrano ancora parecchio impreparati, sia sul piano politico-sociale che umano e culturale, ad accettare e adeguarsi al nuovo mondo che avanza; contro cui, nel tentativo altrettanto disperato di arginarlo, ci si trincera spesso dietro ideologici scontri di civiltà o di religione e pretestuosi interessi nazionali, se non addirittura localistici, che finiscono per seminare e diffondere paura, odio e razzismo. Naturalmente lo spettacolo mostra tutto questo in chiave narrativa e teatrale, attraverso una sequenza di quadri, suggestioni sceniche, canzoni, coreografie e personaggi che raccontano storie reali del nostro tempo, le aspirazioni, le speranze, le illusioni, le delusioni e le molteplici motivazioni che li hanno spinti e che spingono popoli e persone a emigrare. Un intreccio di esperienze umane che ha come protagonisti le odissee
più o meno fortunate dei Nessuno di adesso, di quelli che continuano ad attraversare mari, confini e terre per trovare nuovi orizzonti alla loro esistenza, per sete di conoscenza, per scampare alla guerra, alla persecuzione e ai disastri ambientali o semplicemente per necessità, come per il passato è toccato a tanti italiani.

Non contenti però – mossi dall’urgenza umanitaria, dinanzi a un fenomeno che investe e che continuerà ancora a investire per decenni tutta l’Europa, di fronte all’incapacità delle Istituzioni e delle politiche Nazionali ed Europee di trovare una risposta unita e adeguata, turbati dagli sbarchi, dagli affondamenti e dalle morti in mare (e non solo) di così tante persone sempre più giovani e disperate, scossi dagli inaccettabili episodi di razzismo e di violenza fisica e verbale nei confronti di persone già così deboli e di per sé senza diritti – la Compagnia ha deciso di portare in tournée come Dirigibile, in proprio e ovunque possibile, una propria versione dello spettacolo Vite senza permesso, che va in scena in anteprima a dicembre 2017 al Teatro Comunale di Cesenatico e su cui si continuerà a lavorare per presentarla e farla girare nel 2018. Un impegno civile ineludibile per persone che (come sono gli attori del Dirigibile) vivono sulla propria pelle forme anche subdole di pregiudizio, come quello, ancora persistente, nei confronti del disagio psichico. Lo facciamo in segno di solidarietà coi migranti d’ogni dove, per ribadire l’universalità dei Diritti Umani, come testimonianza, per sensibilizzare e far meglio conoscere quali sono le storie vere di queste persone, perché la conoscenza, l’ascolto, il racconto e la condivisione (anche emotiva) delle narrazioni sono l’antidoto più efficace all’ignoranza, alla paura e al razzismo.

Ma il 2017 è anche l’anno di un’altra importante riedizione, quella di Uno spettacolo sciuè sciuè, su cui s’è ripreso a lavorare con passione e divertimento. Dopo il grande successo di pubblico e di critica ottenuto anni fa in diverse rassegne e manifestazioni teatrali (come il Premio Speciale della Giuria ricevuto nel 2012 al Festival Nazionale di Teatro Sociale di Castrocaro), Il Dirigibile ne presenta un’originalissima rielaborazione al Teatro Testori di Forlì; all’edizione 2017 del Festival Màt e della Settimana della Salute di Modena e al Teatro Bonci di Cesena nel Ventennale dell'Associazione InterProvinciale del Volontariato di Forlì - Cesena, rinnovando il consenso di pubblico e l’apprezzamento degli addetti ai lavori. A fine anno, col contributo dell’Istituzione Minguzzi di Bologna, viene anche pubblicato il volume "A Teatro. In Compagnia" edito dalle Edizioni Pendragon di Bologna, che racconta le tre più importanti esperienze teatrali in campo psichiatrico della Regione Emilia Romagna, tra le quali quella della Compagnia Il Dirigibile fondata da Zizzari nel 2000.

Sono ormai anni che il Gruppo (sia inteso come Compagnia che come équipe) riesce a seguire e ad allestire in contemporanea più spettacoli, facendosi trovare sempre pronto per gli eventi cui si partecipa. Segno della straordinaria efficacia del lavoro laboratoriale e della puntuale preparazione degli spettacoli svolto dagli attori, dagli operatori e dal regista; ma soprattutto della crescita progressiva delle abilità, delle capacità, delle competenze e della disponibilità del Gruppo nel suo insieme e di ogni suo singolo componente. Nel corso dell’anno sono entrati a far parte del Gruppo di Teatro nuovi attori e attrici, che la Compagnia ha saputo accogliere e mettere a proprio agio come meglio non si poteva. Questo è un altro aspetto significativo dell’esperienza che si vive al Centro Diurno Psichiatrico di via Romagnoli a Forlì. Il Gruppo (nonostante numeroso perché composto da venti elementi) è in grado di integrare e inserire rapidamente nel vivo del lavoro attorale e drammaturgico ogni nuovo attore, dimostrando una grande duttilità, disponibilità al cambiamento e capacità di adeguamento alle rinnovate condizioni di lavoro e di esecuzione degli spettacoli, dato che i nuovi inserimenti propongono e producono modifiche ai copioni e alle sceneggiature, sviluppi drammaturgici imprevisti, nuove e diverse soluzioni sceniche, scambi di parti, eccetera.


A fine anno viene anche pubblicato il volume "A Teatro. In Compagnia"
edito dalle Edizioni Pendragon di Bologna, che racconta e analizza (dai diversi punti di vista delle figure professionali e degli attori coinvolti e sotto l’aspetto artistico, formativo, sociale, clinico e terapeutico) le tre più importanti esperienze teatrali in campo psichiatrico della Regione Emilia Romagna: la Compagnia Arte e Salute di Bologna fondata e diretta dai registi Nanni Garella e Gabriele Tesauri, la Compagnia Il Dirigibile di Forlì fondata e diretta dal regista Michele Zizzari e la Compagnia Festina Lente di Reggio Emilia fondata e diretta dalla regista Andreina Garella.
Esperienze riportate in prima persona da alcuni attori intervistati direttamente dalle curatrici del libro e dai registi, che le hanno raccontate dal punto di vista umano, del loro vissuto e delle motivazioni che li hanno spinti a operare nel sociale e in particolare con utenti psichiatrici; ma soprattutto per ciò che riguarda la drammaturgia, le metodologie di lavoro e la loro valenza artistico-teatrale. Il volume – realizzato col contributo dell’Istituzione Minguzzi e dell’Università di Bologna – è curato dalla psichiatra Ivonne Donegani
(rappresentante del Coordinamento Regionale Teatri e Salute Mentale), dalla psicologa Maria Francesca Valli (rappresentante dell’Istituzione Minguzzi e del Coordinamento del Progetto Regionale Teatro e Salute Mentale), dalla psichiatra e docente universitaria Bruna Zani e dalle sue assistenti, tra cui la psicologa Cristina Bonifacci, che – dopo aver compiuto un lungo tirocinio pratico e di studio proprio seguendo l’esperienza teatrale del Dirigibile – ha poi realizzato su questo la sua tesi di laurea e un’importante ricerca, anch’essa contenuta nel testo. Alla stesura del volume hanno contribuito in maniera importante i direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale di Bologna lo psichiatra Angelo Fioritti, di Forlì e dell’Area Vasta Romagna lo psichiatra Claudio Ravani e lo psichiatra Lucio Pederzoli di Reggio Emilia; oltre che la psicologa e psicoterapeuta Paola Longhi, dirigente del Centro Diurno Psichiatrico di via Romagnoli di Forlì, dove dall’ottobre del 2000 opera la Compagnia Il Dirigibile.  


Il diciottesimo anno (2018).  Si può quasi dire che il 2018 inizia direttamente sul palco… Infatti, ancora una volta Il Dirigibile è invitato a rappresentare lo spettacolo Matto Gradimento, nel quale alcuni utenti si trovano a socializzare nella sala d’attesa di un ambulatorio psichiatrico, fino a esprimere liberamente i loro punti di vista sul rapporto coi medici e con gli operatori, con la malattia e col Servizio Pubblico: una sorta di manifesto politico dei diritti dell’utente psichiatrico. A invitarci sono i docenti del Corso di Studi in Infermieristica di Faenza della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, che attraverso lo spettacolo presentano ai loro studenti (anche se in chiave ironica e teatrale) un insieme piuttosto ampio delle reali problematiche che investono coloro che soffrono di disagio psichico e degli operatori socio-sanitari che operano nel campo. L’iniziativa è organizzata col contributo del Servizio Sanitario Regionale, dell’Università di Bologna e dei Dipartimenti di Salute Mentale di Faenza e Forlì. Lo spettacolo va in scena a gennaio alla Sala Fellini di Faenza, preceduto dalla proiezione del film documento Più leggeri dell’aria del regista e video maker bolognese Giuseppe Ferreri che narra l’esperienza umana e artistica della Compagnia Il Dirigibile.


La Compagnia intanto ha preso a lavorare su Natale in Casa Cupiello di Eduardo De Filippo, che conta di presentare nelle sue prossime stagioni teatrali. I lavori proseguono velocemente perché l’opera diverte e piace tantissimo a tutti. Le parti assegnate sembrano quanto mai azzeccate e profondamente sentite, tanto che le attrici e gli attori del Dirigibile, tutti romagnoli, avessero anche un’anima napoletana… La popolarità dei temi trattati nell’opera coinvolgono oltre ogni previsione. L’entusiasmo è grande e motiva fortemente il gruppo intero, attrici, attori e operatori, in particolare Laura Trolli e Cinzia Tonelli, che si danno un gran da fare per trovare soluzioni e materiali di scena e costumi. Si è certi di essere pronti anche prima del previsto, nonostante nei mesi precedenti si fosse indugiato più del solito sulla scelta dell’opera su cui lavorare.


Il 2018 è anche un anno di nuove collaborazioni e di un ulteriore ampliamento del Progetto Regionale Teatro e Salute
che prevede: un Convegno Nazionale sul tema che si tiene il 28 maggio all’Arena del Sole di Bologna al quale interverranno addetti ai lavori, studiosi e personaggi di fama nazionale e internazionale; la circuitazione all’interno dei cartelloni dei Teatri dell’Emilia Romagna degli spettacoli delle più significative esperienze teatrali in ambito psichiatrico della Regione (in particolare quella del Dirigibile diretta da Zizzari, quella di Arte e Salute di Bologna diretta da Nanni Garella e Gabriele Tesauri e quella di Festina Lente Teatro di Reggio Emilia diretta da Andreina Garella) e la rappresentazione di Matto Gradimento da parte del Dirigibile come spettacolo pilota per una campagna di formazione del pubblico e degli operatori psichiatrici (finalizzata a una consapevole visione degli spettacoli teatrali di natura sociale e non solo) durante la quale attori e regista del Dirigibile raccontano e illustrano l’intero processo drammaturgico, dall’ideazione del soggetto e del testo fino all’allestimento scenico e una serie di altre iniziative. Tutto grazie alla collaborazione e al sostegno finanziario congiunto dell’Assessorato alla Cultura e alla Sanità della Regione e al Tavolo dei Teatri composto dall’Associazione Teatrale Emilia Romagna, dall’ERT (Emilia Romagna Teatro), dai Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale interessati, dal Centro Diego Fabbri di Forlì (diretto da Paolo De Lorenzi), da Cronopios - L’Arte degli eventi SAS di Bologna (diretta Roberto Alessi e Giuseppe Mariani) e dalle tre Compagnie già citate di Bologna, Forlì e Reggio Emilia.


Grazie a tutto questo Il Dirigibile entra a far parte della Stagione Teatrale 2018/2019 di alcuni teatri dell’ATER nell'ambito della Rassegna Teatri della Salute Movimenti. In novembre la Compagnia va in scena all'Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola (Mo) con lo spettacolo Vite senza permesso, trame migranti, che viene rappresentato anche al Drama Teatro di Modena per l’edizione 2018 del Festival Màt e della Settimana della Salute. Mentre per il 2019 sono previste due repliche di una rivisitazione di Natale in Casa Cupiello di Eduardo De Filippo al Teatro Mac Mazzieri di Pavullo nel Frignano (Mo), una serale e un matinée per gli studenti delle Scuole Superiori del territorio. Natale in Casa Cupiello viene anche portato in scena a fine anno al Teatro Comunale di Cesenatico e al Teatro San Luigi di Forlì.
Intanto, a settembre, in occasione del 40° Anniversario della Legge Basaglia
, della Settimana del Buon Vivere 2018 di Forlì e del reading-concerto dei Wu Ming Contigent La terapia del fulmine sui vergognosi trattamenti perpetrati sui ricoverati in manicomio, viene presentato a Forlì il testo A Teatro. In Compagnia pubblicato dalle Edizioni Pendragon di Bologna che racconta le tre più significative esperienze teatrali in ambito psichiatrico dell’Emilia Romagna, tra cui proprio quella del Dirigibile.
La Compagnia inoltre partecipa alla Settimana del Buon Vivere 2018
di Forlì anche come Gruppo Musicale diretto dal maestro Vince Vallicelli.

Per quanto riguarda le nuove relazioni invece, Il Dirigibile ha avviato una prestigiosa collaborazione con Slow Food dell’Emilia Romagna, che non solo avrà occasione di presentare propri spettacoli all’interno delle iniziative organizzate sul territorio regionale da Slow Food, ma che lo porta a partecipare alla XII edizione di Terra Madre -  Salone del Gusto 2018 di Torino.

Il diciannovesimo anno (2019) inizia alla grande, con due repliche di Natale in Casa Cupiello di Eduardo De Filippo al Teatro Mac Mazzieri di Pavullo nel Frignano (Mo) per la Stagione Teatrale 2018/2019 dell’Associazione dei Teatri dell’Emilia Romagna, una rappresentazione serale e un matinée per gli studenti delle Scuole Superiori del territorio. Il Gruppo – che negli anni e nei mesi cambia di continuo in ragione degli inserimenti lavorativi e familiari e delle nuove adesioni al Progetto di Teatro da parte di altri utenti del Servizio – si è appassionato alle commedie di Eduardo De Filippo e al teatro classico. Abbiamo così cominciato a lavorare a Filomena Martorano. Al Gruppo di Teatro si è aggiunto un nuovo operatore, l’educatore Gianni Cavadini, che sostituisce Franco Tomasini andato in pensione. Gianni – oltre ad avere un’esperienza professionale più che consolidata, una rara sensibilità umana e un carattere solare – è un talento naturale. Possiede una spontanea propensione per la recitazione, una gran passione per il Teatro, gran voglia di fare e una spiccata creatività. In breve tempo diventa un punto di forza della Compagnia e dell’intera équipe, portando all’esperienza del Dirigibile e del Centro Diurno vitalità e uno straordinario contributo.

La Compagnia è ormai abituata ad accogliere e gestire novità e cambiamenti. Gli attori sono ormai così bravi che riescono a prepararsi in più di una parte e sono sempre pronti per eventuali nuove assegnazioni o scambi di ruolo. Mentre ci si porta avanti nella preparazione di Filomena Marturano per una eventuale circuitazione autunnale, Il Dirigibile porta ancora in scena alla Fabbrica delle Candele di Forlì la sua rivisitazione di Natale in Casa Cupiello per le Rassegne Altri Palchi Piazze d’Estate 2019 e arROCCAto in Fabbrica promosse dall’Unione delle Compagnie Fo_Emozioni e dal Comune di Forlì.



Intanto si portano a termine i lavori sulla Filomena Marturano
di Eduardo De Filippo, della quale si allestisce una rivisitazione che va in scena a dicembre col titolo I figli sono figli! al Teatro Comunale di Cesenatico e al Salone Snaporatz di Cattolica per la Stagione Teatrale 2019/2020 dell’ATER.

Nel ventesimo anno (2020)
di attività teatrali Il Dirigibile porta in tournée la sua rivisitazione di un’altra opera di Eduardo, Filomena Marturano, portata in scena (col titolo I figli sono figli!) al Teatro Silvio Pellico di Sarsina, all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola per la Stagione Teatrale 2019/2020 dell’ATER, al Teatro Comunale Alice Zeppilli di Pieve di Cento, alla Sala Alfredo Paganelli di Montiano e al Teatro San Luigi di Forlì.

Nel frattempo si comincia a lavorare su Miseria e Nobiltà,
storica commedia di Eduardo Scarpetta. Il lavoro piace molto a tutti, e l’entusiasmo è a mille nonostante le difficoltà, che non mancano mai.

Per il 2020 il Centro Diurno Psichiatrico di via Romagnoli cambia la sua denominazione in Centro Diurno Ulisse, e in gennaio la Compagnia e l’intera équipe (dirigenti, operatori, attori e regista) partecipa al Convegno Nazionale Il Teatro Diffuso – Esperienze di Teatro nella Salute Mentale in Italia che si tiene all’Arena del Sole di Bologna e all’Aula Magna della Regione, promosso dalla Regione Emilia Romagna, dal Servizio Sanitario e dal Centro Sevizi del Volontariato Regionale, dall’Istituzione Gian Franco Minguzzi di Bologna, da Arte e Salute Onlus, dall’ERT- Fondazione Emilia Romagna Teatro, dall’ATER e dal Centro Diego Fabbri di Forlì. Il convegno vede la partecipazione delle più importanti esperienze teatrali in ambito psichiatrico d’Italia.
Un’iniziativa che conferma e testimonia ancora una volta – sul piano dei risultati oggettivi riscontrati a livello medico-scientifico, psicofisico, relazionale, sociale e artistico – la funzione curativa, riabilitativa, formativa, inclusiva, emancipativa e socializzante del Teatro come strumento strategico per la promozione della salute e della cultura e come mezzo di contrasto allo stigma nei confronti della sofferenza psichica. Tutte le esperienze, i racconti riportati dagli utenti-attori e dai registi, da operatori socio-sanitari, educatori, terapeuti, psichiatri e psicologi concordano che il Teatro e tutte le attività ad esso collegate migliorano le condizioni generali di salute, le capacità, le abilità e la qualità della vita di chi lo pratica, favorendo la partecipazione alla vita sociale della comunità in cui si vive a ogni livello, sviluppando e formando personalità più mature, equilibrate e libere. Uno degli aspetti più significativi del convegno è che queste esperienze vengono finalmente considerate e riconosciute come vere e proprie proposte teatrali, tra l’altro innovative e coraggiose, conferendo loro tutta la dignità e il valore artistico e drammaturgico che meritano. Esperienze e percorsi di Teatro a tutto tondo, che costituiscono per l’Universo-Teatro un contributo di elevatissimo interesse, uno straordinario arricchimento e un valore aggiunto di cui il Teatro non può fare a meno, dato che la follia, combinata e alla pari della forma e della tecnica, è sempre stato il gene essenziale dell’arte e della creatività.




Al Convegno – oltre ai rappresentanti istituzionali e ad altri preziosi contributi – sono intervenuti Angelo Fioritti
(Direttore del DSM di Bologna), Claudio Ravani (Direttore del DSM della Romagna), Fabrizio Starace (del DSM di Modena), Massimo Marino (saggista tra i massimi critici teatrali italiani), Claudio Longhi (dell’ERT Emilia Romagna Teatri Fondazione) e Pasquale Vita (dell’ATER - Associazione Teatrale Emilia Romagna). Ma la cosa più importante nata nel corso dei lavori del convegno è il progetto di costituire una Rete Nazionale dei Teatri della Salute, un vero e proprio Movimento, coordinati da un’Agenzia Nazionale dei Teatri della Salute, che unisca e rafforzi queste esperienze, assicurando una costante collaborazione con le Istituzioni pubbliche, sanitarie, culturali e teatrali, e quindi fondi, stanziamenti, progettualità e circuitazione nazionale degli spettacoli realizzati. Insomma un passo davvero importante che ci auguriamo abbia concreto seguito.



In marzo scoppia l'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia causata dal Virus Covid 19 che interrompe ogni attività sociale e di spettacolo in tutto il Paese fino a giugno. Scuole, biblioteche, librerie, cinema, teatri, stadi, luoghi di aggregazione e piazze vengono interdetti al pubblico. Saltano tutti i festival, le rassegne, le iniziative, le manifestazioni e i concerti in programma. Il mondo dell'arte e della cultura è in ginocchio. Per gli artisti d'ogni settore è un colpo durissimo, figuriamoci per i nostri attori-utenti. In base alle disposizioni del governo e dell'Ausl, le attività del Dirigibile
sono costrette bruscamente a fermarsi. Saltano le rappresentazioni dell'opera I Figli sono figli! in programma a Montiano, a Pieve di Cento e al Teatro San Luigi di Forlì. Come fare teatro senza l’interazione fisica ed energetica dei corpi, delle voci, degli sguardi e delle vive emozioni degli attori e dei personaggi? Il dramma del teatro nel dramma di un’emergenza sanitaria globale. Superato lo shock iniziale, l’irriducibile équipe del Centro Ulisse ha però creato una chat che ci ha permesso di continuare a lavorare – seppur a distanza e utilizzando gli smartphone – sia sui copioni degli spettacoli in allestimento che per sviluppare esercizi e giochi teatrali che tenessero attivi e in forma le attrici e gli attori della compagnia, in attesa che lo tsunami si attenuasse. Seppur attraverso un display, abbiamo potuto così continuare a vederci, a sentire le nostre voci e a tenere unito il gruppo. La cosa che più ha colpito è stata la tenuta degli utenti-attori, che hanno affrontato e vissuto questo momento con serenità e consapevolezza, partecipando attivamente a tutte le iniziative a distanza. E quando – sempre con le cautele e nel rispetto di tutte le precauzioni del caso – abbiamo ripreso gli incontri, gli attori si sono ripresentati carichi e con una gran voglia di fare. Quale auspicio migliore per l’equipaggio di un Dirigibile! Non aspettiamo altro che il teatro possa tornare a teatro, e che il Dirigibile torni in palcoscenico.

Nell'attesa di nuove disposizioni che consentano di tornare in scena, la Compagnia riprende a lavorare su I Figli sono figli! (rivisitazione di Filomena Marturano di Eduardo De Filippo che era già in tournée) e su una rivisitazione di Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta, in scena per la fine dell’anno al Teatro Comunale di Cesenatico col titolo Per fame e amore si fa tutto.

 
 
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